Ospiti speciali dei finali LIPS: Marc Kelly Smith

Marc-Smith-15RSVera e propria icona dello slam a livello mondiale, Marc Kelly Smith porterà a PoesiaPresente 2014 e alle finali LIPS una carica di energia e di ritmo davvero notevole.

Sarà una serata imperdibile quella del sabato 3 maggio, ore 21, quando questa figura ormai leggendaria si esibirà di fronte al pubblico di Monza.

«La poesia non è fatta per glorificare il poeta, essa esiste per celebrare la comunità; il punto dello Slam non sono i punti, il punto è la poesia». (M. K. S.)

È il 1985 quando il poeta statunitense Marc Kelly Smith decide di animare le serate di poesia del Get Me High Lunge, un locale jazz di Chicago, introducendo i cardini di quello che di lì a poco, presso il club Green Mill di Dave Jemilo, sarà denominato The Uptown Poetry Slam: la competizione spettacolare tra poeti, il Master of Cerimony che dirige lo spettacolo, il voto della giuria popolare estratta dal pubblico e il tempo massimo di 3 minuti per ciascuna performance.

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È un successo immediato: lo slam si diffonde nel Nord America e in pochi anni sbarca nel Vecchio Continente, al punto che oggi sono migliaia gli slam che mensilmente si celebrano nel mondo, spesso organizzati in veri e propri campionati nazionali.

Nato a Chicago nel 1950, Marc Kelly Smith è l’inventore del Poetry Slam. Ha portato le sue irresistibili performance poetiche in decine di festival ed è stato più volte inserito nella New City’s Lit 50, la lista dei primi cinquanta “agitatori” della letteratura di Chicago. Ha pubblicato By Someone’s Good Grace (con CD, 1993), Crowdpleaser (1996), The Spoken Word Revolution (con CD, 2003), The Complete Idiot’s Guide to Slam Poetry (2004, insieme a Joe Kraynak), The Spoken Word Revolution Redux (con CD, 2006), Quarters in the Jukebox (con CD, 2006). Ha preso parte a due film: SlamNation (diretto da Paul Devlin, 1998) e Sunday Night Poets (diretto da David Rorie, 2002). Continua a esibirsi negli slam dello storico Green Mill, dove ha superato le mille performance. Del suo lavoro si sono occupati quotidiani del calibro di «The Wall Street Journal», «The Los Angeles» e «New York Times».

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